Registrato nell'ottobre del 2022, il capolavoro di Umberto Giordano è ora integralmente disponibile in streaming sul portale OperaVision.
Ce l'eravamo sfortunatamente persi, questo Andrea Chénier di Umberto Giordano presentato nell'ottobre 2022 al Teatro Comunale di Bologna - poco prima dunque della lunga chiusura per lavori di sistemazione - sotto la direzione musicale di Oksana Lyniv, e con la mise en scéne curata da Pier Luigi Maestrini.
Uno spettacolo che prometteva molto, visti i nomi in locandina; e che adesso, grazie al portale europeo OperaVision, è possibile rivedere in streaming per sei mesi, dal salotto di casa propria. Godendosi così comodamente un interessante allestimento di quest'opera da sempre molto amata e che, al netto di un facile bozzettismo e di certa dose di retorica – cose che un tempo peraltro incontravano un grande favore, rispondendo alle aspettative del pubblico d'allora - risulta da sempre assai coinvolgente nel suo intreccio di personaggi, sfondi e situazioni; una partitura vitale e dai colori smaglianti, trapuntata di belle pagine musicali.
Quasi vent'anni di assenza
Il lavoro era assente dalle tavole del TCBO dal 2004, allorché venne allestito con la regia di Giancarlo Del Monaco. Spettacolo tradizionale allora, altrettanto tradizionale a distanza di quasi un ventennio; perché Maestrini segue fedelmente i suggerimenti del libretto di Illica, mantenendosi nell'alveo d'una regia convenzionale ma non per questo banale, conseguendo validissimi risultati senza stravolgere un racconto mantenuto vivido e scorrevole, senza cedimenti e cadute di gusto.
I costumi d'epoca di Stefania Scaraggi sono nettamente classici, e Nicolás Boni, creatore anche dei suggestivi video scorrenti sullo sfondo, descrive con mano fantasiosa i vari ambienti, lasciando in primo piano arse cataste di devastate masserizie. La scena, all'inizio, è racchiusa da una enorme cornice dorata. Soluzione, questa, vista tante altre volte. Le luci sono di Daniele Naldi.
Una compagnia molto valida
Il cast offerto da questa registrazione video è di tutto rispetto (all'epoca erano due differenti, entrambi allettanti), e comprende lo Chénier di un Gregory Kunde in forma ancora smagliante (e ricordate l'età!), e la Maddalena di Erika Grimaldi, morbida e luminosa.
Da parte sua, Roberto Frontali tratteggia un Gérard nobile e scultoreo, tutto accortamente giocato sulla parola. Vittorio Vitelli è un eccezionale Roucher; ineccepibili la Bersi di Cristina Melis, e la Madelon di Manuela Custer. E poi: Stefano Marchisio è Fléville; Nicolò Ceriani Fouquier e Tinville; Alessio Verna, il rozzo Mathieu; Bruno Lazzaretti, l'Incredibile; Orlando Polidoro, l'Abate. Encomiabili gli interventi del Coro, curato da Gea Garatti Ansini.
L'opera italiana e le sue esigenze
Oksana Lyniv, allora appena nominata direttrice musicale del Comunale, affrontava con Andrea Chénier la sua prima opera sul podio dell'Orchestra felsinea, offrendo una prova complessivamente valida sul versante squisitamente strumentale, decisamente molto accurato. Vedi le scelte di colori e sonorità che ben concretizzano il clima cupo e rabbioso dell'opera, affresco storico possente dai limitati squarci lirici.
Forse un po' meno nel sostegno dato agli interpreti, cui avrebbe giovato un accompagnamento meno nervoso e maggiormente discorsivo, più flessibile, a tener debito conto del particolare respirare proprio dell'opera all'italiana.